La riforma a metà azzoppa il Mascagni

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view post Posted on 11/2/2016, 22:39




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DA: IL TIRRENO - EDIZIONE LIVORNO

La riforma a metà azzoppa il Mascagni Concerto-protesta in piazza Grande
Sabato, dopo la manifestazione-esibizione, l’incontro con il prefetto per consegnare un documento Conservatori statali e strutture parificate per la prima volta insieme: ora via alla statizzazione
di Enrico Paradisi

LIVORNO. Un concerto in piazza Grande a Livorno e in tutte le piazze d'Italia, per protesta. I Conservatori statali e non statali – per la prima volta uniti – sabato 13 febbraio scenderanno in strada con le loro “armi”, a chiedere al governo che entro il 2016 dia piena attuazione alla riforma del comparto. Una riforma ferma a metà da 16 anni, e per la quale sono stati approvati solo un paio di regolamenti, tralasciando la parte più importante: quella della statizzazione degli ex istituti pareggiati, oggi istituti superiori di studi musicali (in tutto 19 a fronte dei 54 conservatori statali e 4 istituti accreditati).
Livorno è presente in questa battaglia con un istituto musicale come il Mascagni: le realtà come questa – è stato sottolineato – sono vittime della contraddizione per cui, tranne sui finanziamenti, rimasti a carico quasi esclusivo degli enti locali già gravati dai tagli, si trovano a essere statali a tutti gli effetti: dall'offerta didattica, agli organi direttivi e al corpo docente.
Una situazione che non solo non permette agli istituti la necessaria progettualità, in un settore in continua evoluzione, ma rischia di portarli alla chiusura: basti ricordare le difficoltà che anche l’istituto livornese ha avuto per restare a galla (e alcuni di essi, come il conservatorio di Taranto, sono già in grave crisi).
«La mancata riforma colpisce tutti – ha spiegato il presidente del Mascagni, Marco Luise – sia per quanto riguarda i diplomi di secondo livello che non sono ancora ordinamentati, sia per il reclutamento degli insegnanti che è bloccato. Abbiamo predisposto gli ordinamenti nuovi, ma non sono stati approvati dal ministero e in più abbiamo il problema della statizzazione. Noi eravamo parzialmente dipendenti dalla Provincia di Livorno, il cui ruolo è stato ripreso dalla Regione Toscana che ha garantito un contributo consistente, senza il quale non saremmo andati avanti».
Dopo il concerto i manifestanti si sposteranno dal prefetto per consegnare la mozione unitaria, votata da tutti i 77 istituti, in cui si mettono nero su bianco le richieste avanzate al governo e si chiedono risposte entro fine mese. Anche l'organo consultivo di sistema (Cnam) è scaduto da tre anni e non è ancora stato rinnovato.
Il vicesindaco Stella Sorgente ha garantito l'appoggio pieno dell'amministrazione: «Sposiamo in pieno la mobilitazione – ha detto – la mozione congiunta non era scontata, e la mobilitazione unitaria dà la misura di dove siamo arrivati, ovvero che non si può più attendere questa statizzazione».
Nonostante lo scenario critico, il Mascagni è comunque cresciuto, come ha sottolineato il direttore dell'istituto livornese, Stefano Guidi: «Abbiamo oltre 600 studenti e siamo fonte di attrazione anche per molti di loro che vengono da fuori e per stranieri, in particolare cinesi». Il che lascia immaginare i margini di sviluppo con la piena attuazione della riforma. Il Comune, intanto, ha individuato due appartamenti da destinare a ostello per gli studenti fuori sede. Lo ha rivelato l'assessore Serafino Fasulo: «Abbiamo cominciato il percorso
per dare alcuni posti letto a chi viene da fuori», ha detto l'assessore: «Non si può considerare sempre la cultura come un orpello, un comparto del sociale: non è un aspetto marginale, ma crea formazione, posti di lavoro e incide sul nostro sentire più profondo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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